Storify: aggregare e curare contenuti dai social network

Quinto incontro su Internet e Innovazione con Jalla!Jalla!Popolare Network.

Oggi abbiamo parlato delle trasformazioni che i Social Network stanno imponendo ai mondi della cultura e dell’informazione, ed in particolare di Storify.

Una delle conseguenze più importanti della diffusione di piattaforme come Twitter e Facebook è la proliferazione incontrollata delle fonti. La maggior parte degli eventi che producono notizie avvengono di fronte a persone che, tramite i loro account sui social network, si trasformano in altrettanti canali di informazione.

I flussi di dati così prodotti stanno assumendo un ruolo sempre più importante nell’infosfera globale; è per questo che sono nate piattaforme come Storify, in grado di aggregare contenuti da social network diversi in percorsi che mirano alla restituzione della polifonia tipica dei social media. Nasce in questo modo una nuova figura, quella del curatore di contenuti a metà srada tra il giornalista, il media specialist e il lavoratore d’archivio.

Ecco due esempi interessanti di Storify:

– il caso della falsa blogger gay di Damasco Amina, raccontato da Andy Carvin (e spiegato nel dettaglio in questo bell’articolo di Jumpinshark);

le violenze della polizia su Occupy Wall Street, raccontato da Adbusters Magazine.

Altre piattaforme interessanti per curare i contenuti 2.0 sono:

Scoop.it, che assembla in automatico blog a partire da contenuti dei social media selezionati dagli utenti (questo un esempio che mi piace molto, quello del designer e ricercatore Alessio Erioli);

Paper.li, un quotidiano assemblato allo stesso modo (in questo link quello del teorico e attivista belga Michel Bauwens).

Qua i post delle puntate precedenti [2] [3] [4]

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